lunedì 27 agosto 2012

Anche se so..

Anche se so di aver perduto per sempre la donna che amo,devo sforzarmi di vivere tutte le grazie che Dio mi ha concesso oggi. Le grazie non possono essere risparmiate. Non esiste una banca dove io posso depositarle, per utilizzarle quando sarò di nuovo in pace con me stesso. Se non userò queste benedizioni, le perderò irrimediabilmente.
Dio sa che noi siamo gli artisti della vita. Un giorno, ci dà un mazzuolo per scolpire; un altro i pennelli e i colori per dipingere un quadro, oppure la carta e una penna per scrivere.
Ma non potrò mai impiegare il mazzuolo per le tele, o il pennello per le sculture
. Dunque, sebbene sia difficile, devo accettare le piccole benedizioni dell’oggi, che mi sembrano maledizioni, perchè io sto soffrendo e la giornata è davvero splendida, con il sole che brilla e i bambini che cantano per la strada. 
Solo così riuscirò a uscire dal dolore e a ricostruire la mia vita.

Paulo Coelho

Lo Zahir



"Lamore è una forza selvaggia.
Quando tentiamo di controllarloci distrugge.
Quando tentiamo di imprigionarloci rende schiavi.
Quando tentiamo di capirloci lascia smarriti e confusi."
Lo Zahir, 
Paulo Coelho

Che cos’è lo Zahir? Nella tradizione araba, dice Coelho, lo Zahir è un «pensiero che all’inizio ti sfiora appena e finisce per essere la sola cosa alla quale riesci a pensare». Come il suo stesso personaggio ammette: «il mio Zahir ha un nome e il suo nome è Esther». Almeno questo egli crede. Una domanda che accompagna il protagonista del romanzo, uno scrittore all’apice del successo, nel suo viaggio alla riscoperta di sé.
Per due anni, lo scrittore si affanna per ricostruirsi un’esistenza normale. Invano.Lo Zahir non gli lascia tregua. Fino a quando, l’incontro con un giovane mistico e un incidente d’auto, gli apriranno gli occhi. Non è l’amore per la moglie perduta a faro soffrire, ma solo la perdita delle certezze che lei ha portato con sé andandosene. La sicurezza di essere compreso, di essere protetto, la garanzia di non dover affrontare il mondo da solo. Esther aveva smesso di essere una donna per divenire un antidoto contro le difficoltà della vita. Solo dopo essersi liberato della dipendenza può partire alla ricerca di Esther, per riconquistare il suo amore.Quell’amore che non imprigiona le persone in una gabbia dorata, che non ha paura di correre dei rischi, di accettare nuove sfide. Il solo amore che può vincere lo ZahirPoiché lo Zahir non è una donna, un amore, un pensiero ma «la fissazione su ciò che era stato trasmesso di generazione in generazione, che non lasciava nessuna domanda senza risposta, occupava tutto il nostro spazio, non ci permetteva mai di prendere in considerazione l’ipotesi che le cose cambiassero».

Silenzio e Lacrime






Quando noi ci lasciammo
In silenzio e in lacrime,
Spezzato a mezzo il cuore
Nel doverci dividere per anni,
La tua guancia divenne fredda e pallida
E più freddo il tuo bacio;
Quell’ora veramente fu presagio
Del dolore di questa.

La rugiada dell’alba
Scese gelida sopra la mia fronte:
Io sentii come il monito
Di ciò che sento ora.
Son spezzati i tuoi voti,
Hai fama di volubile:
Sento dire il tuo nome
E ne divido l’onta.

Chi innanzi a me ti nomina
Suona a morto al mio orecchio;
Un brivido mi scuote:
Perché eri tanto cara?
Essi non sanno che ti ho conosciuta,
Che ti ho conosciuta troppo bene:
A lungo a lungo avrò di te un rimpianto
Troppo profondo a dirsi.

C’incontrammo in segreto: in silenzio
Mi dolgo che il tuo cuore
Possa avermi scordato,
Tradito la tua anima.

Se dovessi incontrarti
Dopo lunghi anni,
Come salutarti?
Con silenzio e lacrime
"
Lord Byron