sabato 12 giugno 2010

22 - Arte di Amare


Salto il 21. A cui dedicherò un po’ di tempo appena ne avrò. Si doveva basare su una cosa particolare..ma sono successe tutta

una serie di cose che mi hanno fatto ….non dico cambiare idea…ma rifletterci su..quindi scriverò appena avrò le idee più chiare..

Inoltre, sapete benissimo il rapporto che ho con il numero 22, e non vedevo l’ora di parlarvi della base di tutta la mia filosofia amorosa.

L’arte di amare.

Ve ne avrò parlato centinaia di volta, sia nel blog, sia in tutte le conversazione che ho fatto con le persone che comunque anche lontanamente leggono il blog e quello che scrivo

“È l’amore un’arte? Allora richiede sforzo e saggezza. Oppure l’amore è una piacevole sensazione, qualcosa in cui imbattersi è questione di fortuna? Io contemplo la prima ipotesi, mentre è fuor di dubbio che oggi si crede alla seconda. La gente non pensa che l’amore non conti. Anzi, ne ha bisogno; corre a vedere serie interminabili di film d’amore, felice o infelice, ascolta canzoni d’amore; eppure nessuno crede che ci sia qualcosa da imparare in materia d’amore.

Una, preferita soprattutto dagli uomini, consiste nell’avere successo, nell’essere ricchi e potenti quanto lo possa permettere il livello della loro posizione sociale. Un’altra, seguita particolarmente dalle donne, è di rendersi attraenti, coltivando la bellezza, il modo di vestire, ecc. Una terza via, seguita da uomini e donne, è di acquisire modi affabili, di tenere conversazioni interessanti, di essere utili, modesti, inoffensivi. Come dato di fatto, quel che la gente intende per «essere amabili», è essenzialmente un insieme di qualità.”

Eric Fromm

E il che secondo me non è vero. Una persona non deve rendersi amabile. O meglio, deve renderesi amabile verso se stesso. Deve amarsi per ottenere risultati. L’arte di amare, secondo me è l’arte di amare se stessi per amare gli altri. Vi chiederete perché io mi ostini a chiamarla Arte. Mettiamola così. Tutti quanti sappiamo disegnare, scarabocchiare. Ma in quanti sanno dipingere?

Non si impara a dipingere, così, senza una adeguata istruzione alla base. Anni di luci, studi di anatomia, prospettiva, mescolamento di colori, rendono un quadro un’opera d’arte. Per me è uguale. Tutti sappiamo innamorarci, ma pochi amare.

Sono in pochi non perchè gli altri sono degli stupidi e non lo sapranno mai. Ma semplicemente non hanno idea di cosa sia l’amore. Nessuno gli ha mai insegnato la corretta via. Credo che abbiano appreso che il problema dell’amore sia diventato

un problema di mancanza d’oggetto, e non il problema di uno stato mentale. La gente ritiene che amare sia semplice, ma che trovare il vero soggetto da amare, o dal quale essere amati, sia difficile, se non impossibile. Voi ragazze aspettate sempre il principe azzurro, o sbaglio?

Questo atteggiamento da Cenerentola è determinato da molte ragioni, legate allo sviluppo della nostra società. Ad esempio fino al 1800, fino all’età vittoriana per intenderci, il matrimonio avveniva per motivi di convenienza, non per amore.

Nelle ultime generazioni il concetto dell’amore romantico si è diffuso nel mondo occidentale, la gente è ora alla ricerca dell’esperienza personale d’amore che dovrebbe condurre al matrimonio.

A questo nuovo concetto di libertà in amore deve avere largamente contribuito ad aumentare l’importanza dell’oggetto contro l’importanza della funzione. Quale funzione? Io ascolto persone che hanno tutte lo stesso problema: “la mancanza di scambio comunicativo”. Una delle due persone che stanno insieme, per i loro vari motivi non essendo pronti ad avere una relazione non riescono a espletare la loro funzione di ragazzo/ragazza, marito/moglie. Mi dicono “Sono fidanzata, ma abbiamo sempre problemi”. Ora io dico. Figlia mia, perché non l’hai ancora posato? Non so se questa problematica deriva da un’altra caratteristica della civiltà contemporanea: “l’idea dello scambio proficuo.”

La felicità dell’uomo moderno consiste nell’emozione di guardare vetrine di negozi, di acquistare tutto ciò che può permettersi. Lui o lei guardano la gente nello stesso modo. Per un uomo, una ragazza attraente, e per una donna, un uomo attraente, sono gli oggetti della loro ricerca. «Attrattiva» generalmente significa un simpatico complesso di qualità desiderabili.

A ogni modo, il senso della parola «innamorarsi» si sviluppa, secondo chi non ha imparato quest’arte, solo tenendo conto di queste qualità pratiche in quanto sono alla portata della proprie capacità di scambio. Io sono alla ricerca di un oggetto; l’oggetto potrebbe essere desiderabile dal punto di vista del suo valore sociale, e nello stesso tempo potrebbe volere me, considerando le mie caratteristiche interiori ed esteriori. A questo modo due persone si innamorano, certe di aver trovato sul mercato l’oggetto migliore e più conveniente, considerando il loro valore e mettendosene un limite. (Detto in parole spicciole, i boni stanno con le bone, i ciccioni con le ciccione. E non mi dite che non avete mai visto questa serie di accoppiamenti!!)

Cercano di ottenere il loro massimo status sociale, senza considerare che dovrebbero ottenere il massimo per loro, sotto ben altri punti di vista. Sarò io tarato, ma quando sento le ragazzine delle medie (superiori e inferiori) parlare di certe cose d’amore, io rabbrividisco. Quando ero adolescente e sentivo la ragazza che mi piaceva che urlava verso il Dj o si girava verso le amiche dicendo “Quanto è Bono” capivo che per loro l’amore è solo una merce di scambio e non scambio in quanto
tale.

Ora capisco che direte : “ ma sono piccole, immature”. Io vi dico che è un tratto istintivo. L’amore tra animali, o meglio, l’equivalente dell’amore, non è che puro istinto, istinto legato a reazioni chimiche, che come vi ho spiegato in altri post, agiscono anche nell’uomo. Ma ciò che caratterizza l’esistenza dell’uomo è il fatto di essere emerso dal regno animale, di riuscire a dominare l’istinto. E dominando l’istinto, l’uomo ha dominato la natura, sebbene non l’abbandoni mai.

Io credo che l’amore si possa “incanalare”. Mi spiego meglio. Credo che l’amore sia una forza selvaggia, qualcosa di implacabile, ma credo si possibile, con la dovuta conoscenza, sfruttarla al meglio. Un po’ come i fiumi, ci sono da milioni di anni, l’acqua scorre anch’essa a causa di una forza invisibile, la gravità. Eppure l’uomo riesce a sfruttare l’acqua. La devia verso i luoghi dove serve maggiormente, utilizzandoli per l’agricoltura, l’energia, per abbeverarsi.

I sentimenti sono la nostra acqua, se permettessimo che scendano senza controllo, scendano di puro istinto, non ne avremmo il controllo, o meglio, non li sfrutteremmo a dovere.

Non vorrei avere battibecchi sul fatto del controllo. L’amore non si controlla, si incanala adeguatamente, quando dirò controllare sarà inteso in questo modo. Per esperienza so che quando cerchiamo di controllare l’amore, questo ci distrugge.

Crescendo ho notato che non sono solo le adolescenti a non capire che questo istinto si deve essere incanalato. Molti sono convinti che non vi sia nulla da imparare in materia d’amore, è ciò crea confusione tra l’esperienza iniziale d’innamorarsi e lo stato permanente di essere innamorati, dell’amare.

“ Se due persone che erano estranee lasciano improvvisamente cadere la parete che le divideva, e si sentono vicine,

unite, questo attimo di unione è una delle emozioni più eccitanti della vita. È ancora più meravigliosa e miracolosa per chi è vissuto solo, isolato, senza affetti. Il miracolo di questa intimità improvvisa è spesso facilitato se coincide, o se inizia, con l’attrazione sessuale. Tuttavia, questo tipo di amore è per la sua stessa natura un amore non duraturo. Via via che due soggetti

diventano bene affiatati, la loro intimità perde sempre di più il suo carattere miracoloso, finché il loro antagonismo, i loro screzi la reciproca sopportazione uccidono ciò che resta dell’eccitamento iniziale. Eppure, all’inizio, essi non lo sanno; scambiano l’intensità dell’infatuazione, il folle amore che li lega, per la prova dell’intensità del loro sentimento, mentre potrebbe solo provare l’intensità della loro solitudine.”

Eric Fromm

(N.B. e ciò mi ricorda qualcosa)

Questo atteggiamento del “niente è più facile che amare” continua ad essere il concetto prevalente sull’amore, ad onta dell’enorme evidenza del contrario.

“Non vi è impresa o attività che sia iniziata con simili speranze e illusioni, che tuttavia cada così regolarmente, come l’amore. Se ciò avvenisse per qualsiasi altra attività si sarebbe impazienti di conoscere le ragioni del fallimento, o d’imparare a comportarsi meglio, oppure si abbandonerebbe quell’attività. Ma l’ultima ipotesi è improbabile, in materia d’amore; soltanto un mezzo sembra esista per evitare il fallimento del proprio amore: esaminare le ragioni e studiare il significato della parola «amore».”

Il primo passo è di convincersi che l’amore è un’arte così come la vita è un’arte: se vogliamo sapere come amare dobbiamo procedere allo stesso modo come se volessimo imparare qualsiasi altra arte, come la musica, la pittura, oppure la medicina o l’ingegneria. (si perché l’ingegneria è un arte!!)

Io parto sempre con questi versi:

“Colui che non sa niente, non ama niente.

Colui che non fa niente, non capisce niente.

Colui che non capisce niente è spregevole.

Ma colui che capisce, ama, vede, osserva …

La maggiore conoscenza è congiunta indissolubilmente all’amore …

Chiunque creda che tutti i frutti maturino contemporaneamente come

le fragole, non sa nulla dell’uva.”

Paracelso

Probabilmente sarò tarato, egocentrico, assoluto, ma sono dell’idea che ci siano persone che sappiano amare meglio di altre. Ho detto meglio ,e non di più, di proposito. Anche se credo che siano persone predisposte ad amare meglio di altre.

Ripeto. Sarò tarato. Ma le persone che hanno passioni, che si interessano di filosofia, musica, pittura, scienza riescono ad amare meglio. E questa idea me la sono fatta stando con diverse persone di diversi contesti sociali.

Prendo la musica come esempio di riferimento. Credo che la musica sia una delle più grandi scoperte dell’uomo. E attraverso l’invenzione degli strumenti musicali ha fatto sue tutte le bande di frequenza.

Io sono del parere che chi ha i gusti più variegati possibili abbia dentro di se qualcosa in più , apprezza quella particolare arte conseguentemente, apprezza se stesso. Non credo sia un caso che le migliori persone che conosco, le persone più intelligenti con cui ho a che fare, ascoltino dal jazz all’elettronica, dalla classica all’hip pop, dal prog metal alla minimal, dal reggae alla lirica, dai 99 posse a Mina.

Il fatto di ascoltare e soprattutto apprezzare veramente la musica nella suo complesso, senza bloccarsi con un solo genere, possa essere il primo passo verso l’apprezzare e ascoltare veramente qualcuno. Nell’amare veramente qualcuno. Per che nel momento in cui scopro una canzone, guardo un quadro o leggo una poesia, e mi emoziono, conosco meglio me stesso. Riuscendo ad apprezzare e a capire ogni sfumatura di suono o colore, capisco e apprendo qualcosa. Conosco me stesso. Conoscendo me stesso, imparo ad ascoltarmi. E ascoltandomi imparo ad ascoltare gli altri. Amando me stesso riesco ad amare meglio loro.

L’amore non è soltanto una relazione con una particolare persona: è un’attitudine, un orientamento di carattere che determina i rapporti di una persona col mondo, non verso un «oggetto» d’amore. Se una persona ama solo un’altra persona ed è indifferente nei confronti dei suoi simili, il suo non è amore, ma un attaccamento, un egoismo portato all’eccesso. Eppure la maggior parte della gente crede che l’amore sia costituito dall’oggetto, non dalla facoltà d’amare. Infatti, essi credono perfino che sia prova della intensità del loro amore il fatto di non amare nessuno tranne la persona “amata”. Poiché non si vede che l’amore è un’attività, un potere dell’anima, si ritiene che basti trovare l’oggetto necessario e che, dopo ciò, tutto vada da sé. Per ricollegarla all’esempio che ho fatto all’inizio con la pittura, è come dire che una persona deve trovare solo il pennello adatto (l’oggetto adatto) , e che dipingerà meravigliosamente non appena lo avrà trovato. Se amassi veramente una persona,amerei il mondo, amerei la vita. Se posso dire a un altro «ti amo», devo essere in grado di dire, “amo tutti in te, amo il mondo attraverso te, amo in te anche me stesso”.