giovedì 27 agosto 2009

Art of Love


 Il desiderio di fusione interpersonale è il più potente. È la passione più antica, è la forza che tiene unita la razza umana, la tribù, la famiglia, la società. Il mancato raggiungimento di questa unione significa follia e distruzione. Senza amore, l’umanità non sopravvivrebbe un solo giorno. Eppure, se chiamiamo "amore" la conquista dell’unione interpersonale, ci troviamo in serie difficoltà. La fusione può essere raggiunta in diversi modi, e le differenze non sono meno importanti di quanto v’è in comune tra la varie forme d’amore. Ma sono poi tutte forme d’amore? Oppure dobbiamo riservare la parola "amore" a una particolare unione, che è stata la virtù ideale di tutte le grandi religioni e dei sistemi filosofici di quattromila anni di civiltà orientale e occidentale?
Come sempre nelle difficoltà semantiche, la risposta può essere solo arbitraria. Ciò che conta è sapere a quale sorta di unione alludiamo, parlando d’amore. Ci riferiamo all’amore come alla matura soluzione del problema dell’esistenza, oppure alludiamo a quelle incomplete forme di amore che possono chiamarsi unioni simbiotiche? Nelle seguenti pagine chiamerò amore solo la prima. Inizierò la discussione sull’amore con le ultime.
Unione simbiotica ha il suo modello biologico nella relazione tra la madre e il feto. Sono due, eppure uno. Vivono insieme (simbiosi), hanno bisogno l’una dell’altro. Il feto è parte della madre, riceve tutto ciò di cui ha bisogno da lei; la madre è il suo mondo; lei lo nutre, lo protegge, ma anche la sua vita è intensificata da esso. Nell’unione simbiotica fisica, i corpi sono indipendenti, ma lo stesso genere d’unione esiste psicologicamente.
 
In contrasto con l’unione simbiotica, l’amore maturo è unione a condizione di preservare la propria integrità, la propria individualità. L’amore è un potere attivo dell’uomo; un potere che annulla le pareti che lo separano dai suoi simili, che gli fa superare il senso d’isolamento e di separazione, e tuttavia gli permette di essere se stesso e di conservare la propria integrità. Sembra un paradosso, ma nell’amore due esseri diventano uno, e tuttavia restano due.
Se diciamo che l’amore è un’attività, dobbiamo chiarire il significato della parola "attività". Per "attività", nell’uso moderno della parola, di solito s’intende un’azione che opera un cambiamento in una situazione esistente, attraverso un dispendio di energia. Un uomo è considerato attivo se fa affari, studia medicina, lavora, costruisce o pratica uno sport. Comune a tutte queste attività è il fatto che sono volte a conquistare una mèta. Ciò di cui non si tiene conto, è la causa di ogni attività. Prendete per esempio un uomo spinto verso il lavoro incessante da un senso di profonda insicurezza e solitudine; o un altro guidato dall’ambizione o dalla brama di ricchezza.
In tutti questi casi la persona è schiava di una passione, e la sua attività in realtà è una "passività", poiché è guidata: è la "vittima", e non F"attore".
L’amore è un sentimento attivo, non passivo; è una conquista, non una resa. Il suo carattere attivo può essere sintetizzato nel concetto che amore è soprattutto "dare" e non ricevere.

giovedì 6 agosto 2009

14 - I Porcospini


“Una compagnia di porcospini, in una fredda giornata d’inverno, si strinsero vicini, per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati. Ben presto, però, sentirono le spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l’uno dall’altro. Quando poi il bisogno di scaldarsi li portò di nuovo a stare insieme, si ripeté quell’altro malanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro tra due mali, finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione.”

A. Schopenhauer, Parerga e Paralipomena, II, 2, cap. 30, 396
Schopenhauer con una metafora perfetta ha semplificato un pensiero che oramai mi passa nella testa da anni. Il modo di amare di molta gente è un desiderio di possedere. Sentiamo il bisogno di qualcosa che scaldi il cuore (sentiamo freddo). Di appartenere a qualcuno. Il bisogno di dividere la nostra (in)felicità con la nostra persona. Il che ci fa sentire meno soli e spaventati. O peggio se la storia va male (veniamo punti dagl’aghi) allora ci allontaniamo. In base al dolore provato e al freddo che sentiamo ci allontaniamo. Ci sono persone/porcospini che, come dice Schopenhauer, si mettono ad una distanza moderata tale da non provare ne freddo ne dolore.
Ci sono quelli che sono sottoposti ad un’anestesia continua o una solitudine perenne. La ricerca di calore porta al dolore, quindi smettono di cercare calore. Rimangono lì indifferenti al passare degli eventi, stagioni e amori, hanno smesso di sentire dolore, ma hanno smesso di riscaldarsi, e ora sono freddi, come la neve d’inverno.
Altri invece continuano in questa infinita danza. Altri lo evitano, cercando un calore che non faccia del male.
In questi giorni, ad esempio, mi sono lasciato con Noemi.. credo che abbia lasciato principalmente perché aveva paura di pungersi… non per altro… sta con un altro in tempo record. Ma non credo sia quello il motivo della nostra separazione.
Quello che mi sta portando a scrivere è il modo con cui ho preso tutta la faccenda. Cioè sarò stato male un paio di secondi. Ho avuto solo l’ultima scarica di FenilEtilAmina(¹), una di quelle che provavo mentre la baciavo. Come se il mio cuore con quella scarica le avesse detto addio.
Un paio di secondi vero. Ma non pensate che io non l’abbia amata. Ho provato un’emozione PURA per lei. Dio com’era bella a letto. Lì vestita d’amore che mi guardava, con quei suoi occhioni immensi, vogliosi, che fremeva, che desiderava ogni bacio.
L’ho amata e resterà come le altre ragazze importanti un una “stanzetta” nel mio cuore dove verrà ricordata senza dolori e rimpianti per sempre.
Sarà l’abitudine a interrompere le relazioni che in questi anni mi ha portato a non sentire più nulla all’addio. Oddio sono diventato un porcospino di quelli che smesso di sentire dolore e ora sente solo freddo?
O forse, ho trovato il mio equilibrio. Un’altra distanza che mette in equilibrio freddo e dolore.
O forse riesco a emanare calore da solo. Anzi ne produco talmente tanto che gli altri si avvicinano a me per prendere un po’ di tepore.
Io non sarò triste perché una ragazza che amo/avo mi ha lasciato.
La mia vita era ed è stupenda, con o senza di te. Oddio stupenda non è la parola corretta. Potrei stare molto meglio di come sto. Diciamo che così sto bene. Lotterò per migliorarla, ma così va bene.Io stavo bene con te così come stavo bene prima di metterci insieme.
Anzi paradossalmente è iniziata a essere meno bella da quando tu hai iniziato ad avere timore, ad ascoltare le tue paure. Quando hai smesso di amarmi con l’intensità giusta. Una persona può non accorgersi che una persona la ama. Ma quando smette di amarti la differenza si vede. E si sente.
Nonostante la botta la mia vita continua ad andare avanti. Io sto bene anche da solo. Anzi sopratutto da solo. Io mi amo, cambierei poco di me, migliorerei solo alcune cose, tutte cose che col tempo potranno essere sistemate senza problemi, basta un po’ di volontà. Passerò per uno stupido superbo spocchioso, ma non mi interessa.
Io mi amo. E in quanto mi amo emetto calore, emetto amore. Per fare un eufemismo io creo, esporto e condivido amore.
Amandomi produco amore. Chi vuole amore viene da me e io lo do e io lo condivido in maniera uguale. Uno scambio alla pari.
Se io per vivere ho bisogno di 100, produco 100. E tu mi dai 10. Io ti darò 10. Perché per vivere ho bisogno di 100.
Se ci ameremo io darò tutto me stesso, ti darò 100 se tu mi darai tutta te stessa.
Ma se tu un giorno non verrai da me. Io avrò sempre 100. Perché prima di scambiare un qualcosa devi possederla.
(chiamatela come volete, legge del “non dire gatto se non ce l’hai nel sacco”, o “non vendere prima la pelle dell’orso prima di averlo catturato”, o “prima si salta e poi si dice “Hop””)
Questo significa 2 cose:
  1. Io indipendentemente da te avrò in totale 100. Se tu verrai, con gioia, sincerità e affetto incondizionato, ti darò tutto me stesso. A patto che tu mi darai tutta te stessa. Perché io non dovrò sentire freddo per colpa tua, io devo stare bene indipendente da te.
  2. Stesso discorso vale per te. Tu non devi dipendere dal mio calore. Tu devi comunque produrre il necessario alla tua “sopravvivenza”. Io ti amerò solo se emani calore a sufficienza da poterti restare a relativa distanza senza farmi del male. Se ci avvicinassimo troppo sentiremmo caldo, e scapperemmo.

Dannazione arrivateci. Se una persona non si ama, come pretende di amare qualcun altro? Come pretende di essere amata?? se lei stessa non si ama?
Se due persone non si amano. Sentiranno freddo. Si stringeranno come i porcospini per riscaldarsi. Ma il calore è abbastanza solo per uno dei due. Potranno fare 2 cose. O sopportare il dolore. Gridando al mondo che il loro amore ha sconfitto il dolore.
Ma questo amore? Stare insieme solo perché l’altro è l’unica tua fonte di calore? L’unica tua fonte di felicità?
E se uno dei due scappasse sperando di portare di con se tutto il calore condiviso o perché il dolore è insostenibile???
Quante storie d’amore conoscete dove la persona amata scappa?? Quante ne ho consolate persone in questi anni in crisi dopo anni di relazioni finite per non si sa quale motivo preciso?
Se il dolore scompare il calore condiviso non si rigenera. Mancherà sempre qualche caloria per farlo stare alla temperatura ideale. Sentirà freddo. E il porcospino/umano ricomincerà tutto da capo. Troverà un altro porcospino, si avvicineranno, cercheranno di condividere il calore..e così via … Io nonostante tutto rimango una persona libera. So stare bene da solo,
come in compagnia. Se una persona è libera da cosa deve lasciarsi? Se l’Amore, l’unica cosa che lo legava, è stato sciolto? Se una  persona è legata ad un’altra è comunque libera.
(Leggetevi il precedente intervento sulla fiducia per capirlo. )
Se una persona libera viene lasciata, rimane comunque libera. Perché è sempre stato libero. Solo non ha più obblighi di fiducia da rispettare. (o quasi)
(¹)FenilEtilAmina—> feniletilamina è un ormone della classe delle anfetamine che l’organismo produce naturalmente. Quando ci innamoriamo produciamo una grande quantità di feniletilamina, dagli effetti simili a quelli provocati da certe  droghe o dagli sport estremi. La feniletilamina riduce l’appetito e rende iperattivi. Gli studi hanno dimostrato che quando due persone sono innamorate i loro livelli di feniletilamina sono identici, ecco perché si possono passare notti intere a fare l’amore e a parlare…